martedì 16 giugno 2015

"Ma si guadagna scrivendo?"


È una domanda che, prima o poi, mi fanno quasi tutti: "ma guadagni scrivendo?".

La risposta è no (o meglio: molto poco).

E allora parte il sorrisino. "Ah… ecco… quindi lo fai per hobby…".

Per hobby un par di palle! Nella scrittura ci sono le mie migliori energie, la mia creatività, la fatica e la costanza, i dubbi e le paure, la speranza e l'esaltazione. Ci sono ore rubate al sonno, ci sono appunti e prime stesure, ci sono revisioni e riscritture. Col cavolo che si può definire hobby.

Hobby è collezionare figurine o coltivare gardenie sul balcone (e anche attività come queste richiedono energie e passione, per cui, personalmente, mi guardo bene da liquidarle con un sorrisino!).

Scrivere, per molti versi, è più faticoso che andare in ufficio. Solo che in questo paese il lavoro creativo non viene considerato lavoro. Salvo poi essere costantemente affamati di quello che i creativi producono: musica, storie, film, immagini, danza e quant'altro. I creativi nutrono il tempo libero della gente. Che è per definizione il tempo più felice. Ma stupisce che ambiscano a essere pagati.

Curioso…

"D'altronde non te lo ordina il dottore di scrivere, no?"

Vero. Ma il dottore non ordina neppure a te di andare al cinema, a un concerto, di ascoltare musica in macchina, di guardare video su you tube, di scaricare una bella immagine come sfondo del pc, ecc. Non te lo ordina però lo fai e ti piace farlo e ti senti bene quando esci da un cinema in cui hai visto un bel film, da un pub in cui qualcuno suonava buona musica, da una mostra fotografica che di ha dato emozioni.

O magari quando poggi il tablet su cui hai scaricato un libro piratato, che non hai pagato.

"Ma io ho fregato il sistema… l'editore… mica te!"

Ah ecco! Perché è normale che io non riceva nulla per aver scritto la storia che ti è piaciuto leggere.

Però se qualcuno non pagasse te per il tuo lavoro di ufficio o per il tuo lavoro in studio o per il tuo lavoro da artigiano, tu ti rivolgeresti a un avvocato per fargli causa. Ovviamente.

Io invece no. Io devo essere contento che tu legga (gratis) il mio libro.

Curioso…

Perché, per esempio, uno stupido lavoro di ufficio (molti lavori d’ufficio sono stupidi, non prendiamoci in giro) vale di più del lavoro di scrittura?

Negli ultimi anni ho pubblicato con una certa regolarità romanzi, racconti, articoli e quello che scrivo è stato letto e chi pubblica continua a chiedermi altre cose da pubblicare. Le richieste e le occasioni non mi mancano; mi mancano piuttosto tempo ed energie per star dietro a tutto quello che potrei fare. Questo, credo, significhi qualcosa.

In un mondo normale (o forse solo in un altro paese) questo significa che sai scrivere, che c'è chi trova interessante leggerti e che, quindi, puoi fare lo scrittore.

Invece in questo mondo strano in cui viviamo devo scrivere di notte, devo dire "grazie" quando qualcuno mi legge e mi devo sentir dire che ho un hobby interessante.

È così, c’è poco da fare.

Vi chiedo solo un favore: per lo meno non fate il sorrisino!

LAVORO CRE... CREA... CHE???