martedì 16 agosto 2011

16 agosto

... la città non si svuota più come qualche anno fa, però si svuota parecchio.
Camminare per "Baricentrica" in queste mattine è quasi piacevole. Non fosse per il termometro che ha ripreso a salire e per l'umidità che incolla la maglietta alla schiena, verrebbe voglia di andare in giro senza meta, lascinadosi portare dai piedi verso il lungomare, dove il sole prende a martellate l'asfalto e si rinfresca (beato lui) le chiappe nel mare.
La gente che incontri non sembra avere cose importantissime da fare. E, comunque, dà l'impressione di non doverle fare proprio ora, ma magari un po' più tardi. Senza fretta.
C'è una ragazza nera come il carbone, giovane, con un'acconciatura elaborata di capelli troppo lisci per non essere una parrucca. C'è un signore anziano in sahariana e cappello di paglia che scuote la testa con aria di disapprovazione vedendola passare (però non manca di guardarle il culo). C'è il cagnetto, anche lui claudicante, del vecchietto in sahariana, che la fa dove non dovrebbe. C'è una suora anziana, con la faccia da suora anziana, con a tracolla una borsa di pelle nera consumata da suora anziana, ferma davanti agli uffici di una servizio di autobus extra urbani, che aspetta l'autobus che la porterà nonsodove. Forse in famiglia a passare qualche giorno, forse in un convento in cui la aspettano due o tre altre suore anziane come lei.
C'è un tizio con l'aria da guappo di cartone che parla con un altro che tiene già in mano la bottiglia di Peroni alle 8 di mattina e di sicuro non è la prima, perché lo sguardo che ha è di quelli che guardano "oltre". Oltre la realtà, oltre il presente e oltre il guappo di cartone che sta spiegando con voce sicura come bisognerebbe risolvere la crisi economica mondiale. La sua soluzione passa attraverso non ho capito quale azione armata guidata da non so quale uomo politico di suo gradimento. Speriamo butti giù anche lui in fretta qualche litro di birra, si distragga e cominci a disquisire di calcio o di culi o di qualche altro argomento di cui, forse, è un pochino più ferrato.
Io passo, butto un'occhiata, rubo scampoli di conversazione.
La città è mezza vuota. Come la mia mente.
I piedi non mi portano al lungomare, ma all'ingresso dell'ufficio.
Ma stamattina va bene anche così.

giovedì 11 agosto 2011

Primopost (magari anche l'ultimo)

Tenere un blog significa avere:

a) tempo per aggiornarlo
b) qualcosa di sensato da scrivere.

Non so se ho qualcosa di sensato da scrivere, ma di sicuro ho poco tempo, per cui questo rischia di restare solo un esperimento per capire come funzionano i blog :-)

Si vedrà.